Durante il 2021 abbiamo voluto lavorare in modo ancora più concreto nell’ambito dell’accessibilità per poter rendere la nostra realtà sempre più diversificata ed inclusiva. Abbiamo dedicato una pagina a questa tematica dichiarando tutto ciò che facciamo per raggiungere questo obiettivo ed abbiamo fatto analizzare i nostri siti e le piattaforme che usiamo per lo streaming degli eventi per poter capire quanto effettivamente siano accessibili e poter porre soluzioni ad eventuali problemi.
In questo contesto si inserisce la collaborazione con Diana Bernabei, frontend developer e UI/UX designer freelance, che ci ha supportato in questo percorso.
Ecco le sue considerazioni sul progetto, l’analisi eseguita, le problematiche riscontrate e come le abbiamo risolte.
L’attività è nata grazie a Michela Bertaina, Community Manager del GrUSP, con cui condivido la passione per le community tech oramai da alcuni anni e tutto il lavoro di sensibilizzazione di questo panorama in ambito diversità e inclusione tramite la community di Women TechMakers di cui siamo Ambassador. Quando ho iniziato a pubblicare contenuti legati all’accessibilità e a fare dei test in live nel mio canale Twitch, Michela ha ben pensato che sarebbe stato ideale collaborare ed effettuare dei test per valutare la reale accessibilità dei siti dell’associazione.
Vorrei spendere due parole, prima di entrare nel vivo del discorso, sull’importanza dell’accessibilità. Informarsi ed essere consapevoli è fondamentale. Comprendere la necessità di lavorare in quest’ambito è essenziale, quando non si è all’oscuro della problematica non è possibile porvi soluzione. Spesso il problema della scarsa o assente accessibilità dei siti web è data proprio dall’ignoranza, nel senso letterale del termine, di cosa significa avere un sito accessibile e del perché. Il tema dell’accessibilità è fondamentale se si vuol offrire un contenuto inclusivo fruibile da chiunque, senza discriminazioni. Infatti avere una piattaforma accessibile permette una navigazione semplice e chiara, questo anche per chi non ha disabilità che necessitano tecnologie assistive.
Veniamo ora all’analisi che ho eseguito e alle problematiche riscontrate.
GrUSP ha due tipologie di siti web differenti: il sito istituzionale dell’associazione grusp.org e quelli delle conferenze (es. cssday.it, incontrodevops.it ecc).
La prima verifica effettuata è stata quella tramite l’estensione SiteImprove, che va a verificare se sono state rispettate le regole dettate dal WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).
Fatto questo primo test “automatizzato” ho provveduto a testare manualmente e tramite l’ausilio di VoiceOver la navigazione delle due tipologie di siti.
Effettuati i test ho steso una lista di tutte le problematiche rilevate con le possibili soluzioni e le ho poi condivise al team durante una call in cui abbiamo visto come poter risolvere tutti i bug.
Ecco alcuni esempi di problematiche rilevate che sono state risolte:
- scarso contrasto tra colore di background e colore del testo
- ordine errato dei titoli
- link e bottoni con lo stesso stile
- scarsa semantica
Sulla base di questa tipologia di analisi posso dire che i siti sono accessibili per le seguenti disabilità:
- visiva (cecità, ipovedenza e discromatopsia)
- uditiva
- fisica
- neurologica
Non risultano purtroppo ancora accessibili per altre tipologie di disabilità come per esempio quella cognitiva o per chi ha difficoltà nel linguaggio.
Oltre ai siti delle conferenze mi sono occupata anche di valutare l’accessibilità delle piattaforme che vengono usate per lo streaming degli eventi YouTube e Hopin. Per YouTube l’accessibilità è già stata analizzata da Google e vi riporto a questo articolo per poter approfondire.
Mentre ho testato Hopin ciò che è emerso dall’analisi è un attento lavoro per rendere la piattaforma il più possibile accessibile, come ad esempio aggiungendo la possibilità di inserire i sottotitoli nei video e nelle sezioni live, un buon contrasto colori e dei bottoni/link semplici e intuitivi.
Prima di concludere vorrei ricordarvi che rendere un sito accessibile non è “rocket science”, cioè non è così complesso come sembra. Se non sapete da dove iniziare provate a chiedere alle persone che si occupano di questo tema.
Questa collaborazione con il GrUSP mi ha fatto capire che tutti i problemi si possono risolvere, l’importante è essere consapevoli che ci sono.
Vorrei infine ringraziare Michela e tutto il GrUSP per avermi permesso di aiutarli a migliorare questo aspetto su cui stanno lavorando, testando i loro siti e suggerendo loro consigli per il loro miglioramento e il raggiungimento dell’obiettivo.
Articolo scritto da
Michela Bertaina
Community & Event Manager @ GrUSP
Diana Bernabei
Frontend Developer e UI/UX Designer Freelance